In questa pagina proponiamo un modello di fattura agenti di commercio e rappresentanti da scaricare e spieghiamo come deve essere compilato il documento.
Per iniziare, per agente di commercio e rappresentante si intende un soggetto che opera per un’azienda e che ha come obiettivo di vendere beni e servizi per conto della stessa. Questi soggetti devono essere registrati alla Camera di Commercio, iscritti all’Enasarco e il FIRR.
A questo punto, esistono le condizioni per potere emettere una fattura. Si tratta di un documento contabile in cui vi sono riportati i dati delle due parti, il numero di partita IVA del soggetto emittente, la data di emissione, un numero progressivo di emissione, la descrizione delle quantità e delle quantità dei beni e dei servizi venduti, i prezzi unitari, l’aliquota IVA applicata e l’importo dell’IVA addebitato al cliente. Oltre a questi dati, gli agenti di commercio e i rappresentanti devono calcolare anche la ritenuta dell’Enasarco e la ritenuta d’acconto. Per questo motivo, è necessario mostrare in fattura il totale Enasarco e sottrarlo dall’imponibile. L’importo Enasarco è dato dall’aliquota contributiva moltiplicata per l’imponibile. L’importo così ottenuto deve essere sottratto dall’imponibile.
La ritenuta d’acconto è un’imposizione fiscale a carico dell’agente di commercio o del rappresentante sui guadagni conseguiti. L’aliquota è del 20% e funziona da acconto rispetto al totale che il contribuente dovrà sostenere sulla base dei redditi complessivamente percepiti nell’anno solare. Questo importo deve essere versato dal cliente con il codice 1038 attraverso il modello F24 e va calcolato sul 50% dell’imponibile. Il perché non venga preso in considerazione il totale imponibile è chiaro, il Fisco tiene conto dei costi sostenuti dall’agente di commercio o dal rappresentante, che chiaramente non potranno essere considerati come guadagni e, pertanto, non risulteranno tassabili. Finito l’anno, quando il contribuente dovrà calcolare l’importo dovuto al Fisco, dovrà detrarre da quello totale risultante dai calcoli i versamenti già effettuati con le ritenute di acconto. Potrebbe persino accadere che, detratti i costi e calcolando i guadagni netti nell’anno, il contribuente si ritrovi in credito verso il Fisco, dopo avere tenuto in considerazione gli acconti già versati. A quel punto, avrà diritto alla restituzione di quanto versati in più.
Quanto alla fattura, dicevamo che essa essenzialmente riporta i dati di chi la emette e descrive la transazione avvenuta, ovvero i beni o i servizi ceduti sul piano quantitativo e qualitativo, oltre ai prezzi unitari e quelli finali applicati al cliente, sui quali andrà applicata l’aliquota IVA. Questa potrà essere anche più di una, nel caso in cui i beni e i servizi venduti appartenessero a categorie merceologiche sottoposte dal Fisco a differente imposizione ai fini IVA. L’imposta sul valore aggiunto addebitata al cliente si tradurrà in un incasso immediato per l’agente di commercio o il rappresentante, ma dovrà essere versata all’Erario entro il sedicesimo giorno del mese successivo a quello in cui è avvenuta la transazione. Pertanto, si tratta di un vero e proprio debito erariale. Al contrario, sulle fatture ricevute per l’acquisto di beni e servizi, inizialmente l’IVA applicata si traduce in un costo, ma potrà essere detratta dall’IVA a debito del periodo, trattandosi di un credito erariale.
Come abbiamo visto sopra, la somma dovuta all’Enasarco non sarà sottoposto all’applicazione dell’IVA, per cui non incide sull’importo che sarà sostenuto dal cliente, trattandosi di un contributo previdenziale a carico di chi ha emesso la fattura. La procedura può apparire complicata per la mole di informazioni da indicare in fattura, ma è possibile utilizzare il modello di fattura agenti di commercio presente in questa pagina come esempio, modificando i dati in base alle proprie esigenze.