In questa pagina proponiamo un modello di fattura procacciatore d’affari da scaricare e spieghiamo come deve essere compilato il documento.
Le provvigioni erogate al procacciatore d’affari, anche in virtù di un rapporto occasionale, scontano una ritenuta d’acconto, che il committente deve applicare al 50% delle stesse, con aliquota del 23%, pari a quella corrispondente al primo scaglione di reddito ai fini Irpef, fino a 15.000 euro lordi all’anno. Tuttavia, se il procacciatore d’affari comunica al committente di avvalersi, nell’esercizio della sua attività, della collaborazione continuativa di dipendenti o terzi, la ritenuta d’acconto dovrà applicarsi al 20% delle provvigioni. Per fare in modo che sia possibile usufruire di tale beneficio fiscale, bisogna che il procacciatore spedisca la relativa documentazione al committente entro il 31 dicembre dell’anno solare precedente a quello in cui avverrà il pagamento delle imposte, tramite lettera raccomandata. Con il decreto Semplificazioni, tale dichiarazione è possibile anche tramite la posta elettronica certificata, può avvenire senza limiti di tempo e risulta essere valida fino a revoca o alla perdita dei requisiti del procacciatore d’affari.
Secondo l’art.222 del Codice Civile, è procacciatore d’affari occasionale chi si obbliga a compiere un’opera od un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento del committente; l’esercizio dell’attività, peraltro, deve essere del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della rilevanza.
Dunque, un procacciatore d’affari è tale quando si obbliga a svolgere una data attività in piena autonomia e senza che il proprio lavoro venga coordinato dal committente o che ne risulti subordinato. Nella quotidianità, spesso capita che dietro a tali contratti si celino forme mascherate di lavoro dipendente, che per ragioni burocratiche e tipicamente fiscali vengono camuffati da lavoro occasionale e autonomo rispetto al committente.
L’occasionalità dell’attività è determinante ai fini IVA, se il procacciatore d’affari opera in modo continuativo deve aprire necessariamente la partita IVA. In caso di attività occasionale, le provvigioni in fattura non saranno sottoposte alle aliquote IVA, cosa che avviene nel caso di attività continuativa. Anche gli obblighi sul piano della contabilità variano.
Pertanto, il procacciatore d’affari continuativo deve emettere regolare fattura assoggettata ad IVA e deve registrarla nel registro delle fatture emesse.
Anche ai fini Inps, la fattura rileva a seconda che si tratti di procacciatore d’affari occasionale o continuativo. Nel primo caso, esso è escluso dal versamento dei contributi previdenziali fino a importi pari a 5.000 euro nell’anno solare. Nel secondo caso, il versamento deve avvenire in favore della gestione IVS commercianti e per un importo minimo, indipendentemente dalle provvigioni conseguite. In entrambi i casi, però, l’aliquota resta del 23% sul 50% delle provvigioni fatturate.
Entrambi i tipi di procacciatori devono dichiarare i redditi conseguiti dalle provvigioni nel quadro L per il caso di attività occasionale, nel quadro G per le attività continuative che si avvalgono della contabilità semplificata e quadro F per quella ordinaria. Infine, attenzione al limite dei 5.000 euro di cui sopra per i procacciatori occasionali, esso vale nei confronti di tutti i committenti con cui si sono intrattenuti rapporti nell’anno solare, non verso ciascuno di loro. Per intenderci, se ho stipulato un contratto da procacciatore occasionale con 3 committenti nell’anno x, resto escluso dalla contribuzione Inps fino al raggiungimento dei 5.000 euro complessivi e non con ogni committente.