In questa guida spieghiamo come effettuare la registrazione delle fatture da emettere.
La contabilità aziendale è un insieme complesso di norme civilistiche e fiscali, molte delle quali tra loro divergenti, tanto da richiedere il più delle volte, e specie per le attività non di piccole dimensioni, il sostegno di un commercialista o anche solo di un ragioniere apposito per effettuare le scritture in maniera corretta.
Quando un’azienda vende una partita di merce o presta un servizio, è tenuta all’emissione della fattura. Questo è un documento fiscale, nel quale compaiono tutti gli elementi relativi alla cessione, oltre che il nominativo dell’emittente e gli estremi identificativi del cliente. L’emissione della fattura diventa un momento essenziale per l’azienda, perché ad essa è legato il sorgere di un debito nei confronti dello stato. Infatti, se la cessione riguarda beni o prestazioni imponibili, con l’emissione della fattura sorge in capo al venditore un debito IVA, che deve essere regolato entro il sedicesimo giorno del mese successivo, nel caso di contribuente mensile, o entro il sedicesimo giorno del secondo mese successivo alla chiusura del trimestre, per i contribuenti trimestrali. Questi sono tenuti a pagare l’1% in più sull’IVA a debito maturata, a titolo di compenso verso il fisco per la dilazione di pagamento nei fatti concessa.
Da un punto di vista fiscale, quando si riceve una fattura per l’acquisto di beni o il godimento di un servizio, l’IVA inclusa nel prezzo e indicata sul documento è a tutti gli effetti un credito vantato dal cliente contribuente verso lo stato. Lo stesso, poi, vendendo a sua volta beni ed erogando servizi, emetterà fatture, che, oltre al prezzo della transazione prevedono anche il sostenimento dell’IVA da parte dell’acquirente o utente. Questa va considerata sul piano fiscale, invece, un debito verso lo stato. Dal confronto periodico tra IVA a credito e IVA a debito, si otterrà la posizione contributiva netta.
Vediamo un esempio estremamente semplificato, Tizio acquista da Caio merci per 10.000 euro + IVA 22% nel mese di gennaio. Nello stesso mese, Tizio vende a Sempronio merci per complessivi 15.000 euro + IVA 22%. Ora, nel primo caso ha maturato un credito di 2.200 euro, mentre nel secondo ha dato origine a un debito verso l’Erario per 3.300 euro. Ipotizzando che si tratti di un contribuente mensile, al 16 febbraio successivo dovrà versare all’Erario 1.100 euro. Questa è, infatti, l’IVA a debito al netto di quella a credito, ovvero la sua posizione debitoria netta ai fini IVA.
Soffermiamoci adesso su un altro aspetto della contabilità aziendale, ovvero la partita doppia. Si tratta di un metodo di rilevazione delle scritture, che consente all’azienda di avere contemporaneamente una visione duplice dell’operazione effettuata, vale a dire sia sul piano economico che su quello finanziario. Nel caso di acquisto di merci, per esempio, avremo un esborso finanziario, ma a fronte di un ingresso di beni in azienda. Nel caso di vendita, le merci usciranno dall’azienda, ma fluirà liquidità in entrata. Se, invece, i pagamenti venissero dilazionati, assisteremmo al sorgere rispettivamente di un debito e di un credito in capo all’azienda.
Venendo al caso della cessione di merci per 15.000 euro + IVA 22%, al termine dell’esercizio occorre rilevare il ricavo di competenza e il debito IVA effettuando una scrittura di questo tipo
Cliente Sempronio c/fatture da emettere a Diversi 18.300
a Merci c/vendite 15.000
a IVA su vendite 3.300
La scrittura di cui sopra evidenzia sia il ricavo di competenza, 18.300 euro, che il debito IVA, 3.300.
Dicevamo, invece, che nel caso di fattura differita, ovvero di pagamento in un momento diverso e successivo a quello di ricevimento o spedizione della merce, sorge in capo all’azienda rispettivamente un debito o un credito ai fini IVA. La scrittura diverrebbe nel caso di questo tipo.
Crediti v/cliente Sempronio a Cliente Sempronio c/fatture da emettere 18.300
Per le prestazioni di servizi, l’emissione della fattura coincide con il momento in cui viene ricevuto il pagamento. Alla fine dell’anno potrebbe, quindi, rendersi necessario rilevare un ricavo di competenza, per il quale non è stata emessa la relativa fattura. Il debito IVA sorge solo all’emissione della fattura, per cui la scrittura sarebbe di questo tipo.
Cliente Sempronio c/fatture da emettere a Ricavi per prestazioni di servizi 15.000
Come abbiamo potuto notare, viene indicato solo l’importo legato al ricavo di competenza, visto che i 3.300 euro di IVA a debito dovranno essere registrati solo all’atto dell’emissione della fattura. Quando avverrà questo passaggio, si avrà lo storno del ricavo e il sorgere del debito IVA, ovvero una scrittura del tipo
Crediti v/cliente Sempronio a Diversi 18.300
a Cliente Sempronio c/fatture da emettere 15.000
a IVA ns/debito 3.300
In questo modo abbiamo evidenziato che il ricavo indicato e incassato non è di competenza, mentre l’IVA a debito è di competenza, seguendo la data dell’emissione della fattura, questa avvenuta in un esercizio successivo a quello in cui era stata effettuata la prestazione.