La fattura semplificata è un documento contabile che contiene informazioni ridotte rispetto alla fattura ordinaria. Essa è stata introdotta nel nostro ordinamento al fine di recepire la normativa IVA comunitaria, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti burocratici relativi alla contabilità e alla fatturazione.
Dal gennaio 2013, la fattura semplificata può essere emessa per importi fino a 100 euro. Pertanto, essa si rivolge alla categoria di contribuenti che è solita emettere fatture fino a 100 euro.
Caratteristiche della Fattura Semplificata
Vediamo quali sono le agevolazioni concesse al contribuente.
-Egli è obbligato a riportare solo uno tra codice fiscale e partita IVA.
-In fattura non è obbligatorio indicare quantità, qualità e natura delle merci e dei servizi ceduti, ma risulta necessario solamente indicare l’oggetto dell’operazione svolta.
-Non deve nemmeno essere effettuata la distinzione tra imponibile e importo relativo all’aliquota IVA, risultando necessario solo indicare il prezzo e l’aliquota applicata. Per esempio, se abbiamo emesso una fattura per complessivi 90 euro, in relazione alla vendita di un bene sottoposto ad aliquota del 22%, basta indicare proprio totale 90 euro, aliquota 22%.
Quando Emettere la Fattura Semplificata
La fattura semplificata può essere emessa in due occasioni specifiche. La prima si ha, come detto, quando l’importo fatturato è fino a 100 euro.
La seconda riguarda le rettifiche di cui all’art.26 del decreto IVA, che avvengono attraverso la fattura rettificativa, conosciuta anche come nota di credito o di addebito, a seconda del tipo di variazione apportata alla fattura originaria, rispettivamente se riducendo o aumentando l’importo fatturato, ovvero esponendosi per meno o per più nei confronti dell’amministrazione finanziaria ai fini IVA..
Ci sono alcune situazioni per le quali la fattura semplificata non può essere emessa. Parliamo di cessioni intracomunitarie di cui all’art.41 D.L. 331/1993 e di cessioni e prestazioni di servizi di cui all’art.21, comma 6-bis, del D.P.R. 633/1972, cioè delle prestazioni prive del presupposto della territorialità e delle vendite a distanza.
Requisiti della Fattura Semplificata
Vediamo quali sono i requisiti obbligatori che una fattura semplificata deve contenere
-Data di emissione
-Numero progressivo
-Dati identificativi del cedente o prestatore, dell’eventuale rappresentante fiscale o della stabile organizzazione, compreso il numero di partita IVA.
-Dati identificativi dell’acquirente, cessionario o committente, dell’eventuale rappresentante fiscale o della stabile organizzazione.
-Descrizione dei beni ceduti e dei servizi erogati
-Ammontare complessivo dell’importo fatturato e dell’aliquota applicata, in modo che sia possibile ricavare l’importo imponibile.
-Per le note di variazione, riferimento alla fattura rettificata e l’indicazione delle modifiche apportate.
Per il futuro esiste la possibilità che l’importo massimo per il quale può essere emessa la fattura semplificata venga innalzato a 400 euro o che venga resa sempre utilizzabile per alcuni specifici settori di attività. Ciò avverrà eventualmente tramite l’emissione di un apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’intento del legislatore consiste nell’agevolare alcune attività economiche, come quelle nel settore della ristorazione, per le quali le pratiche commerciali e amministrative, rendono difficoltoso il rispetto degli adempimenti previsti sul piano fiscale, facendo risparmiare tempo ai titolari e semplificando il processo di fatturazione.
Riassumendo, la fattura semplificata è un documento contabile che in alcune situazioni previste dal legislatore può essere emesso con l’obiettivo di minimizzare le informazioni da redigere, semplificando la quotidianità alle imprese, consentendo loro di fornire dati non approfonditi, per quanto siano obbligatori tutti quelli che consentano di individuare in maniera esatta chi ha provveduto all’emissione, chi ha acquistato il bene o è stato il soggetto beneficiario di una prestazione di servizi, oltre che quale è stato l’oggetto della compravendita e l’importo fatturato, avendo cura di indicare anche l’aliquota IVA a cui esso è stato sottoposto, in modo che si possa ricavare agevolmente l’imponibile ai fini fiscali.